Chicco (Enrico) Testa
GIA' PRESIDENTE ENI
ESPERTO IN MATERIA ENERGETICA
La scommessa energetica
martedì 8 febbraio 2022
Chicco Testa, intervenuto sul tema della “Scommessa energetica”, ha proposto ai soci di ResPublica una disamina delle principali fonti energetiche alternative e delle principali criticità di approvvigionamento. Tra le fonti alternative si sente spesso discutere di carbon sequestration, cioè della possibilità di sequestrare, catturare e stoccare a lungo termine l’'anidride carbonica (CO2). Allo studio ci sono diversi sistemi che consentono di catturare direttamente dall’aria la CO2, ma attualmente sono tutti sistemi costosi e poco efficienti, afferma Testa.
L’idrogeno, altra forma di accumulo, ha però costi molto alti, che dovranno diminuire almeno di 10 volte perché l’idrogeno possa divenire una risorsa energetica competitiva. L’energia nucleare si può considerare tra le grandi fonti energetiche, ed è positivo che l’Italia non si sia opposta a inserirla nella tassonomia europea. Lo stesso Ministro Cingolani, non ha escluso che, a fronte di importanti innovazioni tecnologiche, possa diventare una opportunità per il Paese.
C’è poi il progetto della fusione (due nuclei d’idrogeno) che libera un’enorme quantità di energia (la reazione fisica, totalmente naturale, che alimenta il Sole e le altre stelle). Tale reazione, che ha il vantaggio di non emettere gas a effetto serra, né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive, la rendono una fonte energetica estremamente interessante e inesauribile.
Ma la strada verso questa rivoluzionaria tecnologia è ancora lunga.
L’energia circolare può essere una importante fonte energetica, i bio gas potrebbero coprire l’8% del nostro fabbisogno energetico, ma purtroppo l’Italia sconta una forte opposizione.
L'emergenza Covid prima e poi le tensioni in Ucraina, hanno provocato la corsa al rialzo dei prezzi a livelli record e fatto aumentare la domanda di gas. Secondo Testa sarebbe più prudente prevedere una riduzione graduale dei combustibili fossili e in tempi più lunghi, investendo maggiori risorse soprattutto in ricerca e innovazioni tecnologiche che possano consentire un effettivo e sostenibile salto ecologico. Una delle preoccupazioni segnalate dai diversi interventi: ancorché l’Europa raggiungesse gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel 2035, così come previsto, il problema globale non sarebbe risolto, poiché la Ue contribuisce con solo l’8% delle emissioni globali. Gli altri Paesi? Come farà l’economia europea e le nostre aziende a competere nel mondo, si pensi per esempio agli investimenti dell’automotive etc.?
Sono a rischio settori energivori fondamentali della nostra economia e gli effetti occupazionali potrebbero essere drammatici. In conclusione è necessario puntare all’innovazione tecnologica con importanti investimenti in Ricerca e Sviluppo, per favorire un processo di decarbonizzazione sostenibile e attuabile.