Nell'era dell'evoluzione digitale
Da diversi anni ci interroghiamo sugli impatti che la digitalizzazione e l'automazione industriale avranno sui livelli di occupazione e sul mondo del lavoro. Le moderne tecnologie digitali e le prospettive di sviluppo dell’IA (intelligenza artificiale) rischiano secondo alcune fonti di minacciare l’occupazione anche nel settore terziario, il più protetto finora, consentendo da un lato un rapido aumento della produttività, ma dall’altro una riduzione degli occupati in ambiti ancora oggi human intensive. Guardando alla precedente rivoluzione industriale (anni 80 e 90) il grande "shift" tra settore secondario e terziario, acceleratosi a partire dalla fine del XX secolo, consentì un sensibile aumento degli occupati nei servizi, compensando il calo dell’occupazione nel settore secondario imputabile al miglioramento della produttività connessa alla digitalizzazione e robotizzazione dell’industria manifatturiera.
L'attuale timore di cali occupazione nel perimetro della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale” del XXI secolo, risiede nel rischio che non si siano create le condizioni idonee perché la quota di occupati investita da queste trasformazioni possa migrare verso altre funzioni, o altri servizi a maggior valore aggiunto, dove la capacità umana sia ancora un fattore insostituibile.
Anche considerando il grande beneficio per il mondo economico e l’apertura di nuove opportunità conseguibile in comparti oggi poco toccati dalla digitalizzazione, questa transizione richiede di essere gestita e guidata con politiche lungimiranti, volte ad anticipare i trend emergenti e rispondere a possibili (e auspicabilmente temporanei) cali dell’occupazione. Tutto questo avverrà in un mercato del lavoro che, sempre in relazione alle nuove tecnologie, sta subendo una delle più grandi trasformazioni della storia, perdendo le classiche connotazioni di "spazio" e di "tempo" che lo avevano contraddistinto nel passato.
Una risposta efficace a questi fenomeni potrà avvenire attraverso azioni volte a: 1. Individuare i comparti di sviluppo, connessi a nuove tecnologie e servizi, che possano rappresentare nuove aree di occupazione e le aree invece più a rischio di cali occupazionali; 2. Guidare il re-skilling e la formazione del capitale umano verso questi settori chiave del futuro, al fine di disporre di lavoratori preparati per i campi in espansione; 3. Sostenere politiche attive al lavoro capaci di favorire l’incontro tra domanda e offerta e garantire adeguato accompagnamento ai lavoratori; 4.Garantire forme di welfare atte a limitare gli impatti sociali di pause, più o meno lunghe, ma sempre più frequenti, nella vita dei lavoratori;. 5. Comprendere e non ostacolare i cambiamenti nel mondo del lavoro, portando a un graduale superamento di alcuni assiomi dominanti e + sfruttando i vantaggi che possono derivare dalle tecnologie per il sistema economico e i lavoratori.
Dalle esperienze storiche del passato emerge come accompagnare questi fenomeni consenta da un lato di godere pienamente delle opportunità scaturenti da questa “quarta rivoluzione industriale”, dall’altro di gestire più efficacemente le conseguenze sociali di più o meno repentini cali occupazionali; che avrebbero invece come effetto una crescita della disuguaglianze, tra gli esclusi dal nuovo modello e i principali beneficiari della digitalizzazione. E’ proprio a questi ultimi che andrà richiesto uno sforzo aggiuntivo affinché possano avere un ruolo nel destinare una quota, seppur minima della nuova ricchezza prodotta, al sostegno delle categorie di lavoratori che verranno investiti dal cambiamento tecnologico.
Obiettivo di questo paper è trovare alcune risposte, per quanto parziali, sui timori dell'impatto delle nuove tecnologie e dell'intelligenza artificiale sull'occupazione. Al contempo evidenziare i principali cambiamenti del mondo del lavoro e su questo gettare le basi per lo sviluppo di politiche capaci di creare le condizioni per un incontro tra la domanda e l'offerta, tenendo conto delle opportunità che si potranno cogliere dalla crescente digitalizzazione nel mondo dell'occupazione.